Periodi
Tre sono le anime della scultura di Claudio Nicoli che coincidono con le tappe della sua formazione culturale . La prima tutta emiliana, il Claudio bambino l’attinge dagli stessi umori della terra d’origine, da quella “bassa” bolognese dove il prodigio di Gea fertile si rinnova senza fine; “sono nato con l’argilla in mano “ dice il Maestro “ mio padre lavorava in una fornace e a volte mi portava a casa l’argilla, modellarla mi dava grande felicità, erano piccoli mondi plastici che scorrevano sotto le mie dita”. Un humus terreno quindi, un viaggio interiore fatto di invisibili emozioni frutto di incontri e scontri e come compagnia, la magia della forma per liberare l’impulso ombroso del proprio inconscio.
La seconda s’afferma prepotente nell’adolescenza quando più forte è la sete di miti e con più vigore ognuno di noi vorrebbe scolpire di sé un immagine eroica. La poesia omerica delle letture liceali s’imprime così indelebile nella sua fantasia, ed inizia una istintiva immaginifica astrazione; il Grande Passato diventa per lui una fonte inesauribile. Gli equilibri della plasticità greca si uniscono ad uno spirito rinascimentale che cresce insieme alla conoscenza della materia e la forma per lui si trasfigura in una sintesi di ri-conoscenza dinamica.
La terza è una visione assimilata con la maturità proprio in terra toscana. Esperienze umane e sociali lo condizionano e lo alimentano in una continua ricerca di nuovi temi con cui confrontarsi; il confine fra storia e mito diventa instabile. L’architettura delle sue opere si impregna del mistero etrusco in un ponte che attraversa il tempo; racconti mai svelati, perché la realtà non si presenta mai nella sua interezza; perfetto equilibrio di masse tra attimi garbati di nobile staticità e linee di tensione dinamica estrema. Opere assolute e atemporali dove il sentimento si trasforma in energia astratta che scorre attraverso l’atto in una perfetta unione tra mente e cuore.
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